Psicomotricità

I progetti di psicomotricità coinvolgono bambini dai due anni e mezzo ai sette, suddivisi in piccoli gruppi omogenei per età; sono svolti presso le scuole dell'infanzia e primarie e assumono una durata variabile, da un minimo di sette incontri a un ciclo che copre l'intero anno scolastico. Al termine, è previsto un incontro di restituzione agli insegnanti.

I fondamenti teorici su cui si baso l'attività sono la pratica psicomotoria di Bernard Aucouturier e i principali modelli della psicologia dello sviluppo (J. Piaget, D. Winnicott, M. Klein, A. Freud, M. Mahler), nell'ottica di trasformare in psicopedagogia ciò che i bambini spontaneamente fanno e amano fare: giocare.

L'approccio al bambino è di tipo globale: la psicomotricità favorisce l'integrazione tra lo sviluppo emotivo, cognitivo e relazionale attraverso l'espressività corporea.

Crescere e stare bene con gli altri significa saper instaurare relazioni costruttive sia con i propri coetanei che con gli adulti, saper ascoltare, comunicare, collaborare, imparando a gestire i momenti di difficoltà e conflitto.

Per i bambini di questa età, ciò significa superare progressivamente l'egocentrismo che li caratterizza, imparare a mediare tra i propri desideri e quelli degli altri, condividere con gli altri lo spazio, i giochi, l'attenzione dell'adulto.


Gli incontri di psicomotricità secondo il metodo Aucouturier sono sedute di gioco di un'ora, strutturate con una ritualità rassicurante, riscontrabile nei tempi, nella disposizione degli spazi, nella scelta del materiale. Attraverso il gioco e la relazione con adulti e coetanei, i bambini si sperimentano facendo esperienze fondamentali per la strutturazione dell’identità e del modo di rapportarsi agli altri.

La psicomotricità non ha nulla a che vedere con l'educazione motoria: non è richiesta nessuna forma di prestazione o esercizio; all'interno della costante cornice spazio-temporale delle sedute, ogni bambino può vivere un'esperienza benefica di piacere attraverso il gioco spontaneo, puramente corporeo o anche simbolico. Spontaneità, però, non significa disorganizzazione: come psicomotricista svolgo una funzione di regista, di facilitatrice, aiutante per chi è in difficoltà, garante delle regole e della sicurezza fisica ed emotiva di ciascun bambino.

La psicomotricità costituisce inoltre uno strumento di prevenzione, in quanto consente di individuare precocemente segnali di difficoltà nello sviluppo del bambino; è un aiuto nell'attenuazione e nella trasformazione dei fattori che nell'esperienza scolastica possono produrre disagio.