Diagnosi Psicologica

L’assessment psicodiagnostico rappresenta spesso la prima fase di un percorso di sostegno psicologico. Non è sempre necessario, ma è un opportunità da valutare in base alle richieste del paziente; generalmente, lo considero un buon punto di partenza per una psicoterapia.

Secondo le mie modalità di lavoro usuali, questa fase richiede tra i cinque e gli otto incontri, sia con i bambini che con gli adulti.

Per comprendere il senso della psicodiagnosi, è utile riflettere su ciò che accade quando sperimentiamo un malessere fisico. Solitamente, ci rivolgiamo a un medico di fiducia, il quale raccoglie la nostra anamnesi e indaga le modalità di manifestazione del disturbo; successivamente, può prescrivere degli esami clinici; infine, elabora una diagnosi, fornisce indicazioni per la cura e fissa appuntamenti di controllo.

In modo analogo, la diagnosi psicologica prevede inizialmente la raccolta della storia di vita del paziente, con un’attenzione particolare al suo disagio; successivamente, possono essere usati dei test psicologici, strumenti con finalità conoscitive e non valutative, che sono l’equivalente degli esami medici.

La diagnosi rappresenta una fotografia dinamica del mondo interno del paziente; descrive le sue caratteristiche di personalità; collega la sua storia passata, quella odierna e il disagio riportato; racconta come il paziente è diventato la persona attuale e inserisce in questa narrazione la sofferenza in cui si è impantanato.

In altre parole, la diagnosi mette in luce i punti di forza e quelli di debolezza, le risorse interne ed esterne, le situazioni di vita a cui il persona si adatta con successo e quelle in cui funziona meno bene.

Al termine di questa fase conoscitiva, l’ultimo colloquio è dedicato alla restituzione, ossia alla condivisione della diagnosi con il paziente. In questa seduta, leggo al paziente la refertazione diagnostica e rifletto insieme a lui (o lei) sul motivo per cui ha cercato aiuto, descrivo tutti i sintomi soffermandomi su quanto e come incidono negativamente sulla quotidianità del paziente, ipotizzo dei collegamenti tra di essi, la sua situazione di vita e la sua storia.

Successivamente, riprendendo l’esempio di partenza, come il medico dà delle indicazioni di cura, suggerisco al paziente un progetto di trattamento. Elenco i punti su cui ritengo importante lavorare in un’eventuale terapia, chiedo al paziente se li condivide, se vuole aggiungerne di diversi, se ne considera alcuni prioritari rispetto ad altri. Inoltre, richiedo la collaborazione attiva del paziente per definire degli indicatori di successo della terapia, ossia di definire obiettivi specifici di cambiamento che desidera raggiungere.

É inesatto pensare che alla psicodiagnosi segua automaticamente la proposta di una psicoterapia; sebbene ciò si verifichi in molti casi, in altri l'assessment diagnostico è sufficiente a restituire al paziente la chiarezza e la serenità per proseguire in autonomia, senza un supporto psicologico.


PSICODIAGNOSI IN ETÁ EVOLUTIVA, CON I BAMBINI

Riservo qualche parola in più per l'assessment diagnostico in età evolutiva.

Inizialmente, svolgo un colloquio con entrambi i genitori in assenza del bambino; questo incontro serve a raccogliere informazioni anamnestiche (la storia del minore, dal concepimento al momento attuale) e a effettuare una prima analisi della domanda, ossia a comprendere quali siano le preoccupazioni dei genitori e come si manifesta il disagio del bambino. 

Seguono alcune sedute con il piccolo paziente, che prevedono l'uso di test grafici e proiettivi. In parole semplici, invito e guido il bambino a esprimere i contenuti del suo mondo interno attraverso le modalità a lui più consone: il disegno, il gioco, il racconto di storie. Se è opportuno, in accordo con i genitori, svolgo anche un incontro con gli insegnanti del bambino. Al termine dell'approfondimento, elaboro una sintesi diagnostica e la restituisco sia al minore che ai genitori, in momenti diversi.

Nell'ambito dell'età evolutiva, una proposta di intervento psicologico può assumere forme diverse: o una psicoterapia rivolta al bambino, o un percorso di sostegno ai genitori.